Si è appena conclusa Women in Bali, progetto fotografico tra arte e reportage di Bruna Rotunno.

Sempre in viaggio tra l’Europa e l’Asia, l’attività della fotoreporter è nota per i suoi ritratti e paesaggi in una produzione che si sviluppa in progetti di ampio respiro, basati su narrazioni in cui la sensibilità visiva si coniuga con l’immediatezza del reportage. I suoi lavori sono stati pubblicati su VogueMuse passando per Shon e Twill con menzioni d’onore al Tokyo International Foto Awards (2016) e il Silver Award al Prix de la Photographie di Parigi (2016).

La mostra si è rivelata un viaggio per immagini nel cuore di Bali e un omaggio all’energia di tutte le donne che vi abitano.

Il MAO, Museo d’Arte Orientale di Torino,  si è così  ancora confermato con questo evento, oltre che un importante istituto culturale per la conoscenza dell’arte orientale, una finestra sull’affascinante e complesso mondo delle culture dell’Asia.

La fotografa ha costruito un racconto dove ogni gesto e ogni personaggio traducono l’essenza di un luogo unico, caratterizzato da una costante armonia. Partendo dalla mitologia balinese, fondata sul culto dell’acqua – la Holy Water, la Grande Madre, simbolo di creazione e purificazione – nelle fotografie viene così mostrato il fluire del lato femminile dell’isola. Le donne sono le artefici delle offerte e dei fantastici addobbi sacri, creati per attrarre l’attenzione e la benevolenza delle divinità. Bali è definita un’isola teatro. La bellezza si rivela una qualità fondamentale della vita. Le donne si muovono con grazia ed eleganza, danzano e lavorano in un universo dove anche le risaie, le lussureggianti piante tropicali e le pietre sono animate dalla Shakti, l’energia divina femminile.

Bruna Rotunno non ha mancato di riprendere anche le tante donne straniere che si sono recate a Bali per creare una nuova comunità femminile e sviluppare progetti di natura etica, sociale, artistica ed educativa. Tra le tante, l’americana Robin Lim, con la sua Bumi Schat Foundation, che ha aiutato a far nascere più di 5000 bambini, riducendo l’alto tasso di mortalità.  L’indonesiana Sri Adnayani Oka ha fondato una banca di micro credito per aiutare i poveri, l’irlandese Nattalia Sinclaire che ha aperto sull’isola una scuola Montessori e l’inglese Mary Northmore che, con la sua non-profit Smile Foundation, finanzia operazioni per correggere malformazioni congenite nei bambini.

A Bali, l’invisibile e il visibile non hanno un confine certo. Poteri mistici, magia e misteriose energie sono in equilibrio tra Bene e Male, tra il sekala , il visibile, e il niskala, l’invisibile. L’armonia tra le forze non è semplice. L’acqua è positiva sorgente di vita , pregna di qualità vivificanti in grado di arginare le forze maligne del niskala grazie al suo potere purificante. Bali riflette la sintonia tra ciò che è dentro e ciò che è fuori. Alla base risiede la filosofia di Tri Hita Karana, la vita in armonia con la divinità spirito, la natura e gli esseri umani.

«Bali è un’isola viva che ha sempre suscitato in me emozioni contrastanti» ha dichiarato Bruna Rotunno «stimolate dalla sua luce fluida e mutevole, da una ritualità fatta di gesti che rendono visibile l’invisibile e soprattutto da una bellezza diffusa che riflette un’armonia in continuo divenire. Nel corso del tempo ho incontrato tante donne, sia balinesi sia provenienti da altre parti del mondo, che sull’isola hanno avviato importanti progetti artistici, etici e sociali. Attraverso i loro ritratti ho cercato di coglierne l’essenza, raccontando la forza dell’energia femminile simboleggiata dall’acqua, veicolo di memorie antiche e strumento di guarigione. Le immagini sfiorano la quotidianità di un luogo in cui tutto è sacro e dove la potenza creatrice della natura risuona con l’energia creativa presente in ognuno di noi, rendendo più lucidi e realizzabili i nostri sogni».

Macerati in acqua profumata con i fiori di frangipani e gelsomino i chicchi di riso, detti Bija, vengono posti dai fedeli sulla fronte sulle tempie e per poi spruzzarsi con l’acqua sacra. Il Bija è un simbolo della dea Dewi Sri, ma anche di abbondanza, gloria e saggezza.

L’antica religione animistica dei Bali Aga era fondata sull’energia dell’acqua che dona la vita (Agama Tirtha). La dea del Lago Dewi Danu venne a Bali per far innamorare il sole e dare alla luce gli esseri umani. Tirtha è la religione dell’acqua santa, dove il termine agama è traducibile con religione, dottrina, mentre il vocabolo tirtha a differenza dell’uso comune indiano non indica un luogo di pellegrinaggio o un luogo sacro, ma ha il significato di acqua santa.

Le donne si muovono con grazia ed eleganza, danzano e lavorano in un universo dove anche le risaie, le lussureggianti piante tropicali e le pietre sono animate dalla Shakti, l’energia divina femminile.

La mostra, inaugurata nel 2016 al Museo India Habitat Centre di New Delhi, dopo il MAO di Torino verrà presentata a Parigi.

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Credits: Bruna Rotunno | Tutti i diritti sono riservati

Articolo scritto e redatto da Daniela Rigoni | Tutti i diritti sono riservati

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