Incastonata nel Mar Tirreno, la più grande tra le isole Flegree, conosciuta come l’isola verde, Ischia ha una storia millenaria. Il Monte Epomeo, il più alto dell’isola, è di natura vulcanica. Nella leggenda è ritenuto uno dei punti di accesso al mondo sotterrano insieme al Polo Nord, al Polo Sud, alle piramidi di Giza in Egitto e al deserto del Gobi in Mongolia. Nell’incantevole cornice dell’isola di Ischia, Pithecusae in greco, il Regina Isabella, offre un glamour tutto felliniano. Identificata da Virgilio come la tana del gigante Tifeo o Tifone, dalle tre teste di cui una sola era umana, una coda e delle ali, Ischia, era il luogo da cui il gigante eruttava fiamme ed acque calde e provocava i terremoti.

Scoperta dai Fenici, Ischia fu insediamento dei Greci, Romani, Saraceni, Normanni Svevi, Angioini, Aragonesi in un continuo di eredità e lasciti stilistici, culturali e architettonici: i borghi marinari. I vicoli. Le scalinate con archi d’ispirazione araba e colori tenui. I villaggi rurali con i tetti a forma di botte. Le case di pietra. I ricoveri scavati in enormi blocchi di tufo e mimetizzati nel bosco della Falanga, ex riserva di caccia dei Borbone e, prima dell’Ottocento, collina coltivata a vite. In passato, quando si verificava una grossa nevicata i nevaioli si radunavano in piazza al suono di una grossa conchiglia, la tofa, salivano in montagna e raccoglievano la neve e la grandine all’interno delle fosse della Falanga. Per non far sciogliere la neve la ricoprivano con foglie e rami di castagno. Quando giungeva la stagione calda risalivano in montagna con i muli e mettevano la neve dentro dei contenitori di giunco, ben avvolta nella stoffa per non farla sciogliere, poi se ne andavano in giro per paesi urlando “a’ neve, a’ neve, ‘u nevaiuolo”; le massaie la utilizzavano per rinfrescare le bevande e il vino o per preparare le granite e sorbetti al limone. I nevaioli erano i fornitori della Corte di Ferdinando IV.

La luce del Mediterraneo avvolge vigneti, frutteti, agrumeti.

L’hotel Regina Isabella nasce negli anni ’50 grazie ad Angelo Rizzoli, affascinato dai luoghi di Ischia e dalle sue terme. Nel 1956 Rizzoli fece realizzare l’hotel sulle antiche rovine greco-romane. Situato in riva al mare, in una tranquilla baia nel piccolissimo borgo di Lacco Ameno, l’albergo è una delle mete preferite di artisti e personaggi del mondo della cultura, della politica, della moda, dello spettacolo e della mondanità, tra i quali, Richard Burton, Maria Callas, Charlie Chaplin, Clark Gable, Ava Gardner, Catherine Hepburn, Alberto Sordi e Elizabeth Taylor. Ideale per eventi di una clientela esigente, l’Albergo deve il suo indiscusso prestigio alla forza del mare, alle acque termali, al gusto della cucina mediterranea, tra anfratti, grotte, baie e fettucce di sabbia, ciottoli levigati, angoli di paradiso dove l’acqua marina si mescola a quella calda delle sorgenti minerali che zampillano a pochi passi dalla battigia.

L’Albergo della Regina Isabella

Circondato dagli scogli e da una lussureggiante pineta mediterranea, il soggiorno è accompagnato dai profumi di rosmarino e origano selvatico, timo e salvia. La natura sempre si diverte a regalare sensazioni da est a ovest, dalle coste di Campagnano e Piano Liguori, fino a Punta Imperatore e Punta Zaro fino ai Maronti, dove sfociano i torrenti termali di Olmitello e Cavascura, Citara e San Francesco, Cartaromana, con gli scogli che dominano il porto sommerso d’epoca romana, Cava dell’isola, cala di Sorgeto, spiagge accessibili solo via mare come la spiaggia di San Pancrazio, la spiaggia della “Scarrupata” o la “Grotta del Mago”, dove i pescatori, secondo una leggenda, sorpresi dalla pioggia, si riparavano e il mago garantiva loro che, finita la pioggia, la loro pesca sarebbe stata più prolifica che mai. La grotta è piena di fascino, perché le rocce restituiscono all’occhio delle luminescenze argentee. Giovan Giuseppe Sasso, proprietario dei terreni, sotto i quali si sviluppava la lunga grotta, ottenute le concessioni governative costruì una passerella illuminata per il passaggio pedonale e dotò il posto di una zattera, per la traversata via mare.

Le acque di Lacco Ameno sono cloruro-sodiche. Si tratta di sorgenti “ipertermali” che sgorgano ad una temperatura di 80 gradi. Grazie alle loro proprietà, queste acque sono state studiate fin dal primo Novecento da numerosi scienziati, tra cui il premio Nobel Marie Curie.

Le Terme del Regina Isabella dispongono anche di fanghi che vengono raccolti nelle cave naturali di Ischia, e sono lasciati macerare per circa sei mesi nell’acqua termale, da cui assimilano le proprietà minerali e le virtù officinali. Si possono scegliere più di cinquanta trattamenti di bellezza. Maschere di fango, docce filiformi, drenaggi, massaggi, programmi slim-up.

Rimango affascinata e incantata da un isolotto, collegato all’isola principale da un ponte in pietra di 220 metri, dove sorge suggestivo il Castello Aragonese, una città fortificata, aggrappata a un grande scoglio vulcanico: torri, innalzate lungo la striscia costiera per presidiarla e avvistare l’arrivo delle navi di corsari e pirati che infestavano il Mediterraneo. Nell’isola, vi è un ricco patrimonio di opere d’arte, testimonianza di una accentuata sensibilità religiosa.

Agli inizi del Settecento c’erano tredici chiese e sette parrocchie. Molto è andato distrutto a seguito dei colpi di cannone degli Inglesi nel 1809, che cercavano di strappare l’isola ai francesi di Gioacchino Murat.

Il Monastero

Il Monastero

E’ una città che si erge in verticale in un continuo di suggestioni storiche, religiose, paesaggistiche  Possenti bastioni, la cupola della chiesa dell’Immacolata e il maschio con la sagoma del Palazzo Reale.

Si sale su un sentiero. Una galleria è scavata nella roccia, illuminata da aperture verso occidente. Qui, il 27 dicembre 1509, la cattedrale del castello ospitò la celebrazione delle nozze di Vittoria Colonna, una delle donne più colte del Rinascimento, dedita alla poesia e alla meditazione spirituale con Francesco Ferrante d’Avalos. Il vecchio convento di Clausura delle Clarisse, oggi, è l’albergo e ristorante Il Monastero, originale proprietà della Famiglia Mattera, a picco sul mare con un salto di ottanta metri. Le camere, ricavate nelle antiche celle delle monache, con volte a vela bianca e pavimenti in cotto, si raggiungono attraverso un labirinto che finisce su una terrazza mozzafiato che domina il tratto della costa antistante il castello. Si scrutano ampi panorami aperti su tutto il golfo di Napoli. Un caleidoscopio di orchidee selvagge, anemoni, e rarissimi papiri delle calde fumarole.

Gli interni dell’Albergo Regina Isabella sono frutto del delicato equilibrio tra innovazione e rispetto della preesistenza, valorizzato attraverso un sapiente uso della luce, della materia, dei volumi e dei cromatismi come studiati dagli architetti napoletani Alberto Sifola e Vincenzo Sposato. L’albergo è il testimone di una cultura votata al bello che viene espresso negli ambienti maestosi e luminosi che sanno regalare agli ospiti intimità e riservatezza.

Regina Isabella

L’Albergo della Regina Isabella

I tre ristoranti, i due bar e le camere, incluse le raffinate suite hanno morbidi toni color pastello. Sono in sintonia con il paesaggio circostante e hanno conservato le originali pavimentazioni, realizzate con luminose maioliche dipinte a mano. Il delicato rifacimento delle preziose maioliche è stato affidato alla Società Ce. Vi. Ceramica Vietrese di Cava de ‘Tirreni. Ai propri ospiti l’albergo offre saloni, tipici di una villa patrizia in uno stile mediterraneo, tavola contadina e cucina sofisticata con i vini dei vitigni nobili Biancolella, Forastera, Rilla, Guarnaccia e “Per’e Palummo”.

Pasquale Palamaro è lo Chef di Indaco, il ristorante gourmet, per palati esigenti, voluto dalla famiglia Carriero, proprietaria dell’albergo, in occasione dei 50 anni del Regina Isabella. La cucina di Palamaro è priva di grassi. Egli usa poco burro (preferendo quello di Normandia) e preferisce l’olio ischitano della Famiglia Federico Valentino. La sua è una cucina cosmopolita e attenta al particolare. Pasquale Palamaro propone un menù alla ricerca della perfezione. Un sofisticato cannolo al nero di seppia e mousse di ricotta, ad esempio, tartare di tonno rosso e cantalupo in brodo, consommé di zucca lunga Piena di Napoli, tortellini al provolone del Monaco e caviale di tartufo nero, ceviche di ostrica e fiori, asparagi verdi, caviale Calvisius, salsa olandese e finocchietto selvatico, spaghettoni Gerardo di Nola al pomodorino, risotto con bottarga e limone, caratteristico per l’equilibrio tra la sapidità del pesce e l’acuto dell’agrume, pezzogna e foie gras, crema di carote al martini dry e alghe di mare con uva marinata allo iodio, gamberi rossi, noce di macadamia e agrumi, la classica terrina di coniglio ischitano in crosta, spuma di canocchie, limone salato e friarie.

Ischia-Albergo della Regina-Isabella. Ristorante Indaco

Un consiglio. Per il pesce fresco andate anche da Umberto a Mare una certezza. La sua cucina è unica. E come scriveva Gramiccia: “Non credo proprio che il paradiso esista. Ma se esistesse me lo immaginerei così. Un’isola non grande (diciamo Ischia), un piccolo comune (diciamo Forio), un edificio aggrappato agli scogli e una grande stanza dalle pareti bianche con ampie vetrate che sovrastano il mare”.

Umberto a Mare

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Articolo scritto e redatto da Daniela Rigoni | Tutti i diritti sono riservati

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