New York, la Grande Mela. Una città in cui affondare in profondità i denti per gustarne appieno il succo dolce e acidulo. Ma più che la Grande Mela io tenderei a visualizzarla come il Grande Hamburger, perché se è vero che non esiste una vera e propria cultura culinaria endemica del Paese a stelle e strisce, è anche vero che pochi piatti hanno legato la propria immagine a quella della land of opportunities così inestricabilmente come il classico burger

 

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Che sia fast o gourmet, semplice o farcito, basso o alto in maniera imbarazzante, è impossibile non collegare l’immagine del succulento panino con carne agli Stati Uniti e, in particolare, alla città di New York che del grande Paese costituisce la porta d’ingresso. Ho visitato la città un mesetto fa e, onde evitare di perdermi nella sconfinata offerta mangereccia che copre praticamente tutte le cucine del globo, ho preferito focalizzarmi su pochi piatti e indagarli a fondo. Naturalmente il primo della lista è stato l’hamburger che ho gustato in 8 posti diversi, di seguito qualche consiglio per districarvi nella giungla culinaria bagnata dall’Hudson

 

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Comincerò subito dalla fine, ovvero da quello che a mio modestissimo parere si è rivelato essere il miglior hamburger della settimana newyorkese. Lo potete gustare da DuMont Burger a Brooklyn, proprio all’inizio dell’affascinante e coloratissimo quartiere di Williamsburg. Polpetta di carne di dimensioni generose, succosa e appagante (io in genere preferisco ordinarla medium rare), pane morbido, ma con nerbo, pochi condimenti, ma molto ben equilibrati. Se poi ci aggiungete un ambiente informale come dev’essere, ma molto piacevole e un’ottima proposta di cocktail (mica vorrete mangiare il vostro hamburger con la birra, diamine!) non potete che ottenere un campione della sua categoria

 

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Appena dietro a Dumont burger si piazza il classicissimo P.J. Clarke’s. Locale attivo dal 1884 di stampo profondamente italo americano, con le classiche tovaglie a quadretti bianche e rosse per le quali gli indigeni vanni letteralmente pazzi, luci soffuse, legni scuri e foto d’epoca alle pareti, è qui che potete trovare una delle espressioni più goduriose del panino con carne. Si tratta del BBQ blue burger, anche in questo caso la polpetta è alta quasi tre dita, la carne è più saporita rispetto a Dumont e sopra è abbondantemente ricoperta di formaggio erborinato e cipolle croccanti. Una libidine assoluta per chi come me adora il formaggio dotato di intenso carattere, magari da non concedersi proprio tutti i giorni, il vostro medico vi ringrazierà

 

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Nel capitolo grandi classici non si può non includere J.G. Melon (che incredibilmente non ha un sito internet). Qui i quadretti delle tovaglie sono verdi e bianchi e il simbolo del locale è l’anguria, il watermelon. Hamburger senza fronzoli, ma estremamente ben fatto, ideale per una pausa pranzo veloce, ma molto soddisfacente. Cipolle crude, pickles e insalata sono i side che non travalicano di una virgola il solco della tradizione e permettono di concedersi un hamburger di ottima fattura, senza strafare

 

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Se volete provare qualcosa di diverso non potete esimervi dal visitare Bareburger. Qui le parole d’ordine che campeggiano a caratteri cubitali dietro al bancone con tanto di definizione da dizionario sono: organic, whole, biologic. La scelta è molto ampia e comprende carne di 8 animali diversi, tra cui il gustosissimo bisonte che mi sento di consigliare, più tre burger vegetariani, quattro tipi di pane e svariate combinazioni di condimenti, ognuna delle quali è abbinata ad una tipologia di carne. La soda è fatta direttamente da loro così come la cola, un locale diverso dalla proposta classica che soddisferà anche i fanatici del bio ad ogni costo

 

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Per completare l’elenco bisogna sicuramente aggiungere Shake Shack, che ormai è una catena con più punti vendita in giro per la città, Burger joint per l’impagabile vista su central park che si gode dall’alto dell’hotel Le Parker Meridien più che per il panino che, certamente buono, resta un gradino sotto rispetto a quelli citati in precedenza. Poi c’è sicuramente Umami burger, la carne è un po’ troppo untuosa per i miei gusti, ma il truffle burger è una bomba di sapore che merita almeno una possibilità

 

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Questi sono i miei consigli, dopo una breve visita newyorkese che sicuramente andrà approfondita in futuro. Se ci siete già stati o se ci andrete in futuro, fatemi sapere se vi ho consigliato bene

 

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Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini  | Tutti i diritti sono riservati

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