Quest’anno torno a casa dal Mercato dei vini organizzato dalla FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) senza foto a testimoniare il mio passaggio sul suolo piacentino. Torno a casa senza foto, è vero, ma con una valigia stracolma di bellissime esperienze vissute da una parte e dall’altra dei banchetti che punteggiavano gli ampi spazi della fiera. Torno con una sporta di sorrisi scambiati con persone che conosco da anni e con perfetti sconosciuti che si sono avvicinati per la prima volta a scoprire vini nuovi; una borsa ricolma di strette di mano, pacche sulle spalle e abbracci dati e ricevuti, silenti cenni d’intesa scambiati a decametri di distanza (erano anni che sognavo di usare il decametro come unità di misura), parole non dette e silenzi che parlavano pur nel frastuono e risate sincere attorno ad una tavola scaldata dall’umanità delle persone che vi sedevano

 

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Tutto ciò è stato e molto di più. Il Mercato di Piacenza è un’occasione assolutamente unica per entrare in contatto con un mosaico fittissimo di piccoli produttori, vignaioli indipendenti, che sono lì per promuovere il loro vino, il loro territorio e trasmettere un insieme di ideali comuni. Ideali che fondano le loro radici nel rispetto della terra, della vigna e del proprio lavoro. In che altra situazione si ha la possibilità di interagire direttamente con 240 produttori vitivinicoli provenienti da tutta Italia, conoscerne la storia, l’idea di vino che ognuno di loro ha maturato nel tempo, apprezzarne il frutto del lavoro e, non da ultimo, acquistarne i prodotti? Un’occasione più unica che rara che è stata sfruttata da oltre 3.300 persone che fra le giornate di sabato e domenica sono passate a visitare gli ampi spazi messi a disposizione dalla Fiera di Piacenza

 

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Quest’anno ho vissuto metà della fiera dietro ad un banchetto, dando una mano ad un produttore mio caro amico che per il secondo anno ha deciso di partecipare al mercato dopo i bei riscontri ottenuti in occasione della precedente edizione. Ho così avuto la possibilità di vivere l’esperienza del Mercato dall’altra parte della barricata, interagendo col pubblico e facendo quello che era in mio potere per trasmettere la storia di una piccola realtà e del suo sogno, le sue aspettative e il suo lavoro. Un’esperienza che aiuta poi a vivere in maniera più completa anche la degustazione, consci di difficoltà e aspettative che vive chi ci sta di fronte

 

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Quello ottenuto nel 2013 con la terza edizione della manifestazione è stato un risultato importante, sia come numero di produttori presenti che come clamore mediatico sviluppato dall’iniziativa. Ma un risultato che non deve costituire un traguardo quanto una nuova partenza perché in effetti ci sono ancora tante cose che non sono a posto o che potrebbero essere migliorate. Osservazioni che mi sento di fare proprio perché ci tengo che questo bellissimo evento cresca di anno in anno, conquistando la fiducia del pubblico e facendo sentire tutelati i produttori. In un periodo di recessione come il presente, mettere un prezzo d’ingresso di 15€ ad un mercato non aiuta la propensione alla spesa dei visitatori. All’atto pratico si può supporre che ciò si sia tradotto in una bottiglia in meno acquistata per persona, ovvero quasi 14 per ogni azienda presente. Gli spazi della Fiera di Piacenza aiutano sicuramente la circolazione dei carrelli negli orari di punta, ma sono forse troppo grandi, facendo correre il rischio al visitatore di sentirsi sperduto ed ai produttori capitati negli angoli meno in vista di essere più difficilmente visitati. Sono peraltro certo che la mancanza del numero di stand sui cartelli sia stata una svista non voluta

 

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Al netto di questi piccoli inconvenienti sono arci sicuro che l’evento culminante organizzato dalla FIVI possa diventare un punto di riferimento nazionale per la categoria, ambendo a rivaleggiare con i colossi delle manifestazioni vinicole italiane che sempre più stanno diventando sterili vetrine utili solo per operazioni di marketing e PR. Il nuovo consiglio della Federazione, eletto lo scorso luglio e presieduto da Matilde Poggi, si trova ora ad affrontare un compito delicato e complesso: traghettare al livello successivo una realtà in forte espansione che sta raccogliendo sempre più consenso, rendendola internazionalmente e trasversalmente riconoscibile come sinonimo di qualità e tutela (sia del consumatore che del produttore), intensificando l’opera di comunicazione sul territorio e di interazione con le istituzioni. Un compito difficile che richiederà la cooperazione di tutti i soci, ognuno nel proprio piccolo, e la condivisione di una visione comune e comunemente perseguita

 

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Sembrano ideali d’altri tempi, quando la gente si batteva per un’idea, per il bene comune e non solo per il proprio tornaconto personale. Sprazzi dei migliori tempi che furono, potenziati dalle armi che la moderna comunicazione mette oggi a disposizione. Forza ragazzi, noi siamo con voi!

Pictures by Mauro Fermariello courtesy of FIVI

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati

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