Per la Primavera/Estate 2017 di Lacoste, Felipe Oliveira Baptista ha immaginato una partita a tennis sul tetto assolato di Villa Malaparte a Capri, set di alcune scene del film cult francese ‘Le Mépris’.

Scolpiti dal nuoto e dal sole, corpi sensuali e abbronzati si scambiano la palla su uno sfondo di pinete, calette e calanche per una collezione che rivisita molto liberamente le nozioni di comodità, comfort, eleganza e sensualità.

Brigitte Bardot, che esce dal mare e si avvolge in un asciugamano ne ‘Il disprezzo’ di Jean-Luc Godard, in parte girato a villa Malaparte, è l’ispirazione di una serie di accappatoi con cappuccio o collo a scialle e abiti a bustino in spugna a vita alta, chiusi da un doppio laccio improvvisato, nello stesso materiale, per sottolinearne meglio la morbidezza.

Una giacca stile jeans e dei bermuda reversibili in bouclé diventano veri e propri must have da abbinare a zoccoli di legno a suola alta evocanti l’intensità delle forme dei mobili brasiliani degli anni ’50 o a scarpe da ginnastica dove tacco e suola formano un tutt’uno, senza stringhe né occhielli.

In questo paradiso di languore e sensualità, si scelgono solo capi di vestiario-amici.

Pantaloni da jogging chic e ampie felpe le cui maniche vengono staccate con un semplice gioco e i cui lati si aprono per mezzo di zip per sentire la leggera brezza sulla pelle. Capi modulabili, reversibili, a maniche rimuovibili, riflesso delle ossessioni dello stilista portoghese come il cabas in PVC piccolo piquet, con tracolla in cotone da portare sia a mano sia sulla spalla.

Ereditate dai gonnellini da tennis, tuniche corte in fine rete peso piuma, taglia XXL, si orlano di bacchette rigide o di un ampio plissé delicato. Infilata nella tasca anteriore di una borsa in pelle petit piquet gommata blu navy e bianco, la racchetta è a portata di mano.

Le casacche dei pescatori e le cerate sembrano uscire dagli armadi di una casa di famiglia in riva al mare.

In più, l’estate è anche l’occasione per Lacoste di reinterpretare dei pezzi della memoria dall’eleganza atemporale come il trench che, in cotone tecnico blu navy, portato su un pantalone da jogging bianco, acquista una purezza aerodinamica.

Lunghi abiti a canotta, in piquet di cotone, con cintura in vita o meno, vengono decorati da sottili righe tipiche degli anni ’70 o da quelle più larghe degli skater degli anni ’90.

Ed ancora, l’astuto abito-chemisier di BB si reinventa in versione ‘tecno Brigitte’ in vinile trasparente rosso, senza cuciture ma interamente termosaldato.

Stropicciati e disinvolti, gli abiti con pantaloni corti, in seersucker ultra light, osano il motivo Principe di Galles, mentre altri completi sfoggiano il formalismo del tailleur couture: Felipe Oliveira Baptista rivisita quindi l’arte del tailoring per romperne meglio i codici e proporre così un nuovo stile chic alla francese.

E non poteva mancare il coccodrillo, il simbolo di Lacoste, che fa capolino su stampe tropicali di nuova concezione. Graffiti di coccodrilli, esageratamente ingranditi, ricoperti da scarabocchi di bambini, tinte unite in mezzi colori, alla guisa dei ritratti di Andy Warhol, e pennellate libere come quelle di Le Corbusier per l’affresco del Padiglione Svizzero della Cité Internationale Universitaire di Parigi.

Ispirandosi all’installazione berlinese dell’artista contemporaneo americano Richard Jackson, Lacoste reinventa anche l’iconico motivo della camicetta alla marinara.

Impregnata di reminiscenze, questa interpretazione estiva dei classici del tennis sprigiona un’eleganza senza tempo.

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Articolo scritto e redatto da Paola Redaelli | Tutti i diritti sono riservati 

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