Signor Dream è uno dei rapper più interessanti della scena hip hop italiana, classe 1991, originario di Caserta, ci racconta la sua musica in occasione dell’uscita dell’EP “ Fuori Tutto Vol. 2 – Nervi in Saldi “ distribuito dall’etichetta discografica Sparo Parole e composto da 5 brani inediti tra cui il primo singolo estratto “ Tutto è possibile“.

il tuo brano Tutto è possibile ha un titolo molto evocativo e veritiero, purtroppo però l’altra faccia della medaglia è che al giorno d’oggi tanto sembra anche molto difficile da raggiungere se pensi a ciò che era alla portata delle generazioni precedenti, come un lavoro stabile e crearsi una famiglia, e che invece attualmente appare sempre più difficile vista la precarietà e altri problemi.

Ma infatti la canzone in un certo senso è una sottile presa in giro, nel senso che quasi nulla di quello che dico è poi realmente possibile, quindi è un po’ come dire “continua a sognare”. Oggi è tutto un punto di domanda, ed ogni generazione aveva i suoi pro e i suoi contro, nel nostro caso io credo che se dovessi immaginare un pro rispetto alle generazioni precedenti, tipo quella di mio padre, ti direi che a differenza loro viviamo sicuramente in una società molto più libera e accondiscendente, ma purtroppo il contro è di non trovare più una stabilità, ed oggi è sicuramente uno dei problemi più diffusi, ma c’è anche da dire che nessuno,poi, più di tanto, si ribella.

Com’è nata la tua passione per l’hip hop?

E’ nata semplicemente con la voglia di comunicare qualcosa nel modo più semplice e diretto che esiste, con le parole. Ovviamente ero già appassionato di musica, suonavo e comunque ascoltavo un po’ di tutto, ma quando conobbi l’hip hop rimasi folgorato, cominciai a muovere la testa avanti e indietro, tipo piccione, e capii che quella era la strada che volevo percorrere.

Parlaci dell’ispirazione per i tuoi pezzi e com’è concretamente il processo di creazione dei tuoi brani.

In generale io amo molto i contrasti, e soprattutto essere libero; quindi dapprima lavoro alla parte musicale facendo si che diventi una fonte emozionale di per sé, e successivamente mi dedico alla scrittura dove può succedere di tutto. Sono molto scrupoloso ed attento alle sfumature; ma per Fuori Tutto Vol.2 non ho avuto grandi difficoltà in quanto provenivo da uno stato mentale e fisico un po’ compromesso, per cui credo, da come si può dedurre, di essere stato abbastanza diretto, ho cercato di pensare di meno e mi sono lasciato andare di più.

In “canzone di merda parli di “rapper venduti come prostitute”, è un brano amaro, un prezzo necessario pagato dall’hip hop per avere il successo mainstream?

Io credo che tutto può diventare mainstream, ma c’è una differenza: c’è chi vuole vivere di musica e chi vuole vivere “con” la musica. I primi restano quelli che sono, rispettano l’arte ed ogni singola nota, crescendo insieme al loro pubblico; i secondi invece “strumentalizzano” la musica e diventano dei pagliacci che fanno semplice intrattenimento.

In “vendesi” c’è il ritratto di un mondo dove tutto ha un prezzo, anche qui ho colto riferimenti alla musica italiana e al mondo hip hop…

C’è una famosa frase di Oscar Wilde che recita: “si conosce il prezzo di tutto ma il valore di niente”; credo che nel momento in cui puoi comprarti una persona si è automaticamente complici dell’inizio della fine di tutto. Vendesi è praticamente lo specchio di quella che è l’Italia dei giorni nostri, dove ci sono i raccomandati, dove se fai il coglione riesci meglio, dove tutti sono artisti, dove non canti se non porti gente, dove non canti se non fai la canzoncina come Ghali, dove paghi per essere primo in classifica, dove paghi per farti scrivere tanti complimenti da un critico del cazzo, dove paghi per fartelo mettere a quel posto sostanzialmente. E alla fine noi che siamo? Siamo dei semplici prodotti usa e getta. Non voglio generalizzare, ma l’arte è un’altra cosa, la musica è un’altra cosa, e vorrei che si smettesse di giocare con i sogni di tante persone; sono stanco di sentirmi dire sempre le stesse cazzate dai discografici, sono stanco di valutare una canzone in base a quante visualizzazioni ha, sono stanco anche di giudicare; ma mi sono rotto le palle di dire quello che vuole sentirsi dire la gente.

Che ne pensi della polemica Fedez-J.ax vs. Gue-Marracash?

Ogni tanto rido anche io, e devo dire che fanno dell’ottimo cabarap.

Da Rocco Hunt a Clementino, la scena musicale campana sembra molto vivace negli ultimi anni. Qual è il tuo parere?

Sono contento che il raggio d’azione del rap si sia esteso. In Campania era difficile emergere in un contesto musicale per lo più neomelodico, e personaggi come Rocco Hunt e Clementino hanno dato una forte scossa nell’ambiente. Loro rappresentano quello che vuole il pubblico campano, quelli del “fratmo”, quelli della canna sulle panchine.

Quali saranno i prossimi appuntamenti live e i progetti per il futuro?

Sto iniziando a pensare al prossimo disco, ma più che altro sto iniziando a scrivere qualcosa di nuovo. Per il momento però sono centrato su Fuori Tutto Vol. 2 che porterò in giro quest’estate, abbiamo già chiuso due date e trovate tutto sulla mia pagina Facebook.

5 dischi da portare sull’isola deserta.

Eminem con The Eminem Show, Enya con Watermark, tutto Bach, Johnny Cash con At Folsom Prison Blues e All Eyez on me di Tupac.

Articolo scritto e redatto da ANDREA FERRARI | Tutti i diritti sono riservati

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