Il Piemonte è universalmente noto per essere terra di grandi rossi. Ovunque nel mondo si parli di vino italiano, fra i primi nomi che affiorano alla mente vi sono Barolo e Barbaresco, eccellenze regionali ottenute da uva Nebbiolo. Da alcuni anni è assurto agli onori della cronoca mondana d’oltre oceano anche un altro prodotto tipico di questa regione quale il Moscato d’Asti spumante che sempre più spesso viene consumato in terra americana quale simbolo di prestigio sociale

Ma il Piemonte è anche terra di vere e proprie chicche enologiche, magari poco conosciute, ma che possono vantare una storia ed uno spessore qualitativo che non sono secondi a nessuno dei più blasonati vini sabaudi. Fra questi piccoli tesori c’è una sottozona del Monferrato, da sempre terra di Barbera, che nel 2008 ha ottenuto l’importante riconoscimento della DOCG. Si tratta del territorio di Nizza Monferrato e dei 17 comuni limitrofi dove si produce una Barbera che non potrebbe essere chiamata niente di meno di Superiore

In queste verdi colline, dove il terreno è molto mosso e variegato, si ha l’opportunità di gustare una Barbera che si può definire storica. L’età media delle vigne è ovunque molto alta, permettendo una forte concentrazione dei caratteri organolettici,  facilitata anche da un disciplinare di produzione rigidissimo che impone rese massime di 70 quintali per ettaro, addirittura inferiori a quelle del Barolo. Le lavorazioni in cantina sono ridotte al minimo in maniera di mantenere inalterata il più possibile la ricchezza di profumi e sapori di questo grande vino

La giovane età “legale” della DOCG, si traduce anche in una grandissima voglia di farsi conoscere all’esterno veicolata ed alimentata dal vulcanico presidente dell’Associazione produttori del Nizza Gianluca Morino. Il calendario degli eventi 2012 per scoprire questo piacevole territorio è fitto di incontri, fra cui uno di grande appeal come il Giro Nizza, organizzato in collaborazione con Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta. Per l’occasione 20 cantine hanno aperto i battenti a incuriositi visitatori ed ammaliati winelovers per far conoscere i loro gioielli liquidi, insieme a piccole prelibatezze alimentari della zona

L’evento è stato un grande successo, con una buona affluenza di pubblico, un’ottima organizzazione, e, soprattutto, una qualità media dei prodotti degustati decisamente alta. Pur nei pochi chilometri coperti dalla DOCG, le sfumature assunte dal vino a seconda della natura del terreno di produzione spaziano parecchio, mantenendo sempre un fil rouge che parte dall’aspetto visivo, di un bel colore rosso carico acceso, passa per il profumo tipicamente fruttato ed arriva al palato, dove il vino si dimostra morbido e delicato, poco tannico e piacevolmente rotondo

Naturalmente girare tutte e 20 le cantine era impresa ardua, ma, come già detto, il bello di queste manifestazioni è prendersi una pausa. Sedersi a chiacchierare con i produttori, e far passare il tempo davanti ad un bicchiere (più bicchieri) di ottimo vino, parlando del passato, del futuro ed infine del presente che si annuncia pieno di sfide difficoltose, ma ricco di soddisfazioni  se la qualità delle Barbere proposte saprà mantenersi a questi livelli

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Il Fede

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati