Nella magnifica cornice del Trentino Alto Adige, circondati dalla natura incontaminata e dai (miei) ricordi si è svolta la prima tappa della Coppa del Mondo delle squadre nazionali di Sci Alpino FISI in Val Gardena. La Coppa del Mondo, per chi ha un passato da sciatore, un presente da appassionato o semplicemente un pezzo di cuore sulle pista da sci è un evento incredibile ed adrenalinico, che si vive – ahimè – sempre lontano dalla pista, magari attraverso la televisione di casa, a chilometri di distanza.

Ma quest’anno Babbo Natale, per me, ha deciso di fare uno strappo alla regola e fare un regalo incantevole, consegnandolo addirittura prima del tempo. Mi sono così trovata a lasciare alle mie spalle la città ed a dirigermi verso Selva di Val Gardena dove accoglienza ed ospitalità sono in grado di farti sentire a casa, anche dopo quasi 5 ore di autostrada. Mi sono così svegliata in montagna: quella montagna che ho amato per anni e che ancora smuove dentro di me quel luccichio negli occhi che pochi posti sanno trasmettere. La felicità me la si leggeva in viso già dal risveglio, ma non era nulla rispetto a quella che il fine settimana ha poi voluto donarmi.

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Venerdì 19 dicembre si è svolta la discesa libera e sabato 20 il SuperG maschile. Risultati, tempi e podi li lascio a voi, che tanto so che, per certo, saprete già tutto. Io oggi vi voglio raccontare invece di tutto quello che c’è dietro. Dell’aria fresca della montagna che si mescola insieme a quella adrenalinica del pre-gara, quando ti scaldi, quando con gli scarponi ben fermi sugli sci ti posizioni sul cancelletto di partenza, quando vedi la pista, o meglio il primo pezzo della pista, e nella testa si affollano i pensieri e le emozioni, le fatiche per arrivare fino a lì e quella voglia di sentire che puoi partire per scatenare tutta l’energia che hai dentro sulla neve bianchissima.

Perché lo sci è anche questo. E’ puro godimento: centimetro dopo centimetro, mentre la natura silenziosa e preziosa intorno a te ti guarda, segue la scia dei tuoi sci, i solchi che lasci sul passaggio, il sorriso con cui percorri le distanze. Ma è anche potenza concentrata, precisione millimetrica, bilanciamento e spostamento del peso, dinamica ed immobilismo, tecnica e stile. Si mescola tutto in quelle frazioni di secondo ed il vento che crei non ti lascia il tempo per pensare tanto è freddo e tagliente, ma non lo senti fino a che non sei in fondo, fino a che non leggi il tuo tempo, fino a quando puoi dire: è finita.

 

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Ma cosa c’è dietro?

Dietro ci sono ore, settimane, mesi ed anni di preparazione, di rinunce, di piccoli e grandi goal disseminati sul sentiero. Ci sono gli allenamenti, le sveglie all’alba, le mani ed i piedi perennemente infreddoliti. Ci sono gli scarponi che ti divengono familiari, come fossero un prolungamento del piede. Ci sono gli indumenti ad hoc, le parole chiave, la disciplina e le infinite discese.

Ma c’è anche chi racconta tutto questo, con un’attenzione spasmodica per i dettagli, con il focus perennemente sugli atleti, con la meticolosità di chi prepara la pista, decide dove posizionare le porte, studia il percorso e le difficoltà.

 

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Emozioni ed atmosfera di gara sono due sensazioni impagabili. Vissute da dietro le quinte posso dirvi che rimangono immutate, ma diverse. Difficilmente perdo la parola, ammutolisco ed osservo senza riuscire a tirare fuori frasi di senso compiuto. Difficilmente, ma a volte sì.

Così, quando mi hanno detto “andiamo in regia” non immaginavo di smarrire il verbo e sgranare gli occhi per non perdermi un movimento, un bit, un sincronismo, una delle 22 telecamere posizionate sulla pista. Non credevo ci fosse dietro una macchina perfetta gestita da pochissimi professionisti che, in tempo reale, non perdono un frame della competizione ma anzi lo lavorano in pochi millesimi di secondo per renderlo sul piccolo schermo come lo conosciamo noi. Non pensavo fosse tutto gestito dalla mente umana applicata alla tecnologia più innovativa. Non realizzavo che potesse essere tutto a pochi passi dall’arrivo della pista Saslong proprio sotto l’apparente occhio nudo di tutti. Ed invece mi sono ricreduta e sono rimasta affascinata. Affascinata profondamente da questo mondo così incredibile che si cela dietro le quinte di una competizione importante come la Coppa del Mondo Sci Alpino FISI

 

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Si chiude qui il mio racconto, ma prima di salutarvi voglio lasciare un ringraziamento speciale a chi mi ha permesso di ricevere il regalo natalizio in anticipo ed a chi, sul posto, mi ha fatto sentire a casa: FISI, Enjoy Ski FISI ed UBI Banca, Sponsor Ufficiale delle Squadre Nazionali di Sci Alpino FISI.