La nave ha fischiato e mollemente si distacca dalla banchina: Chanel ha intrapreso un nuovo, emozionante viaggio alla scoperta della memoria.

Non si capisce quale inesauribile fonte di vita alberghi nell’ottuagenario Kaiser, nella mente di Karl Lagerfeld; imcomprensibile è la sua vena creativa che, in ogni occasione, partorisce capolavori monumentali, titanici ma tutti riconducibili ad un’ unica poetica, quella di Coco Chanel, fatta di materiali iconoci e grandi classici come il tweed o la doppia C.

Tutto ciò che è andato in scena lo scorso 3 Maggio è una visione onirica, è la faraonica trascendenza di un’ idea, è la vibrante realizzazione di un pensiero. Parigi il porto, il Grand Palais il molo da cui è salpata “La Pausa“, il transatlantico uscito da una cartolina degli anni ’30; nella notte, abbigliato a festa con bandierine e lunghe catene di luci, il colosso del mare ha presidiato bonariamente a questa nuova, eccelsa collezione Cruise che ha lasciato sulla banchina splendide donne contemporanee avvolte da abiti favolosi.

Karl Lagerfeld non prende mai pausa dal suo lavoro, dalla sua vita e, in un continuo panegirico a Mademoiselle, riallaccia i fili della storia di questo personaggio epocale senza il cui acume oggi il jersey continuerebbe ad essere trattato come materiale “povero”: il battesimo del panfilo è avvenuto per suggestione del ricordo della villa che accolse e coccolò l’amore tra Gabrielle Chanel e il Duca di Westminister; quella villa, fatta costruire nel 1928 da Coco e suo unico possesso, situata sulle alture di Roquebrune-Cap Martin, ha testimoniato anche dell’amicizia che ha legato Gabrielle a Cocteau o altre menti eccelse. Oggi quella villa è ritornata, dopo un breve interregno, a Chanel di cui diventerà probabilmente un centro-museo di irradiazione dei valori della griffe. Una villa in chiaro stile provenzale dai colori pastello, contrassegnata da persiane azzurre ed un patio bellissimo dove si racconta che la stilista amasse riposare e creare e, in questa atmosfera rilassata ed informale, abbia trascorso i momenti più belli e veri della sua esistenza. Anche sul nome dato poi vennero fatte molte ipotesi, la più accreditata fu quella che secondo una antica leggenda provenzale Maria Maddalena avesse soggiornato in Costa Azzurra, facendo qui una pausa dopo la crocefissione di Gesù Cristo.

Nel ricordo la realtà, ed ecco che hanno sfilato novanta outfit salmastri, odorosi di vento selvaggio e garbatamente contemporanei sui quali si sono adagiati doppie C e perle, bouclè e denim come nella più solida e iconica realtà Chanel.

Dalla pancia del grosso transatlantico si sono succeduti abitini dalla linea “A” e pantaloncini da ciclista, giacche corte in tweed accoppiate con l’intramontabile coppola; ha sorpreso l’uscita dei jeans che hanno perso l’integrità e sono divenuti distressed, sdruciti in un chiaro richiamo allo stile prettamente metropolitano. Cappelli di paglia a tesa larga, pantaloni a righe blu navy e bianchi, completi mariniére e grandi occhiali da sole per proteggersi dai raggi solari lungo la traversata insieme a t-shirt must-have sulla cui parte dedicata al cuore ora trionfano due rosse C nell’indissolubile legame con la passione di una donna che ha attraversato un secolo e oggi è eterna leggenda.

               Articolo scritto  e redatto da Ciro Sabatino | Tutti i diritti sono riservati 

chanel1

chanel2

chanel3

 

A proposito dell'autore

Chi ha detto che stare dietro le quinte sia noioso? Redazione è un piccolo mondo di penne e menti attive che coordinano, insieme a Laura, la programmazione per theoldnow.it Instancabili e sempre ricchi di spunti noi di Redazione ci occupiamo di comunicati stampa, flash news, aggiornamenti e coordinamento degli autori! Vi sembra poco?

Post correlati