Nella vita c’è bisogno di capisaldi, di punti di riferimento, di persone, oggetti, immagini, colori che ci rimandino a qualcos’altro, che rappresentino un chiaro richiamo ad un concetto più ampio. Così alcuni oggetti assumono un significato emblematico e vengono spontaneamente associati ad un luogo particolare. Nel caso specifico parliamo di mele e di Alto Adige per la quarta serata (la terza purtroppo me la sono persa) organizzata a Milano da Alto Adige marketing, presente nella persona di Andreas Tschurtschenthaler, per far conoscere al capoluogo meneghino le bontà della regione atesina

 

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Tutti noi associamo la mela all’Alto Adige. Chi ha avuto modo di percorrere anche solo una volta l’autostrada del Brennero difficilmente potrà dimenticare gli sterminati meleti che ricoprono il fondovalle ai due lati della highway, per poi lasciare spazio alle vigne poco più sopra, dove il terreno pianeggiante lascia spazio ai primi acclivi collinari e la coltivazione di questo frutto non è più ottimale. Se poi si ha avuto la fortuna di passare in questa regione verso la fine del mese di aprile allora si potrebbe aver assistito anche al magnifico spettacolo della fioritura di questi sconfinati meleti, fenomeno naturale che cosparge le valli di morbide distese di fiori bianchi

 

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Le mele in Alto Adige sono un prodotto eclettico e multiforme, ad iniziare dalle numerose varietà coltivate, ognuna con un’impronta ben precisa e definita, per continuare con i molteplici utilizzi che ne vengono fatti in cucina, ma non solo. Uno dei prodotti di spicco presentati nel corso della serata, difatti, è stata la buonissima selezione di succhi di mela dell’azienda Kohl, specializzata nella produzione di succhi di mela di montagna. Difatti a differenza della maggioranza dei produttori Thomas Kohl ha deciso di dedicare alla coltivazione della mela terreni di montagna straordinariamente vocati: quelli dell’altopiano del Renon ad oltre 900 metri d’altezza

 

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È a queste quote impegnative che vengono prodotte le 6 varietà di mela che, lavorate singolarmente, vanno a dare vita ai succhi monovarietali dell’azienda Kohl. Da segnalare il Rouge ottenuto esclusivamente da mele della varietà Weirouge, un frutto molto particolare, dalla caratteristica polpa rossa, così come i fiori. Il succo così ottenuto è caratterizzato da spiccata acidità e profumi freschi e fragranti che ne fanno un imbattibile compagno di merende mattutine montane, col volto sferzato dal vento atesino che scende indomito dalle dolomiti a rinfrescare le valli

 

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Il prodotto a base di mela per antonomasia in cucina è senza ombra di dubbio lo Strudel che, grazie al prezioso supporto di Claudia, abbiamo potuto realizzare live durante l’evento. In realtà il lavoro lasciato alle nostre mani è stato veramente poco in quanto la pastafrolla era già stata preparata (d’altronde la pastafrolla ha bisogno di riposare prima di essere lavorata, quindi sarebbe stato difficile fare il tutto in diretta). Non restava altro da fare che adagiare sulla pastafrolla il ripieno di mele, pinoli, uvetta, pane grattugiato, cannella, zucchero e rum, chiudere il tutto e mettere in forno dopo una leggera spennellata di uovo. Vi posso assicurare che il risultato è stato molto godurioso

 

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Ma la mela può avere anche molti altri utilizzi in cucina, potendo comparire all’interno di antipasti fino ad arricchire le portate principali. Ed il compito di mostrare alcuni piatti composti con la mela è stato affidato al talentuoso chef alto atesino Stefan Unterkircher, del Ristorante Castel Ringberg di Caldaro, affascinante paese incastonato fra l’omonimo lago, le dolomiti, i meleti e le vigne. Molto interessanti le preparazioni proposte fra cui spiccano sicuramente il Salmerino con purè di sedano rapa, mele e maggiorana ed anche Panna cotta di trota bianca affumicata con mele scottate e pane di segale. Abbinamenti non scontati che mostrano tutta la versatilità della mela in cucina

 

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In definitiva una bella serata dedicata alla scoperta di un prodotto troppo spesso banalizzato e dato per scontato come la mela, che invece ha veramente tanto da raccontare

Il Fede

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Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati