Il 20 giugno 2017 sarà un’altra triste data da ricordare: la maison Fendi ha annunciato a tutti la morte di Carla, una delle sorelle Fendi, una delle cinque che sono “come le dita di una mano”, così come amava dipingerle la madre, Adele Casagrande, madre della griffe italiana di pellicceria.

Carla era nata nel 1937 dal matrimonio tra Adele e Edoardo Fendi che nel 1925 battezzerà la celeberrima, prima boutique in via Borgognona a Roma. Quarta di cinque sorelle, affronta gli studi classici e negli anni Cinquanta entra nel direttorio dell’azienda di famiglia che, a partire dagli anni ’60, ha sempre sentito l’esigenza di avvalersi dell’innovazione creativa di designer emergenti: il matrimonio lavorativo con Karl Lagerfield è solidissimo, dura da cinquant’anni esatti. Si è formata nei diversi ambiti dell’azienda: dalla creazione all’amministrazione, dalle vendite fino alla progettazione. In particolar modo nel settore delle vendite, Carla aveva fatto suo un insegnamento materno che era fortemente orientato al cliente perchè << bisogna essere ancora più gentili con chi non acquista nulla, perché potrebbe tornare.>>, e la signora amava ringraziare i propri clienti con biglietti vergati a mano in una calligrafia squadrata e morbida, come lei. Negli anni ’60 l’incontro con Candido Speroni che rinunciò al suo lavoro di farmacista pur di starle accanto in un gesto di nobile cavalleria che, come si evince dalle interviste, non lo ha mai fatto sentire secondario nei confronti di una moglie così famosa. Carla non aveva figli eppure quel senso di dolce maternità lo aveva rivolto ai nipoti e al proprio lavoro, riuscendo così anche a domare quel genio di Karl. Si narra che i pranzi di famiglia fossero simili a dei consigli di amministrazione per cui era inevitabile anche litigare, sintomo del profondo legame tra lavoro e vita. I favolosi anni’80 sono gli anni in cui la griffe Fendi acquisisce maggior forza e rappresentano il salto oltreoceano, alla conquista del difficile mercato americano che pareva essere ostico alla cavalcata della valkiria Carla e che invece si è lasciato assoggettare dolcemente dalla tenacia e dal sorriso di una grande imprenditrice decretando così la consacrazione di Fendi quale brand mondiale.

Gli anni’80 sono anche gli anni in cui c’è sempre più l’impegno nella comunicazione, nelle relazioni pubbliche, nella pubblicità per cui Carla diventa il volto social della maison, ed è il momento in cui si celebra il sodalizio tra la signora e il Festival di Spoleto, “Il Festival dei Due Mondi”, in un’unione tra due mondi finora inimmaginabilmente vicini: Carla, in sinergia con il maestro Giancarlo Menotti, sceglie di legare il marchio Fendi alla manifestazione in un coinvolgimento che matura di anno in anno e che si consolida attraverso una bella e preziosa amicizia. E’ nel 2007 la nascita della fondazione “Carla Fendi”  con lo scopo principale di dare contributo e assistenza per preservare beni e valori culturali del passato e per garantirne la continuità e la crescita nel futuro nel campo dell’arte, della letteratura, del cinema, della moda, dell’ambiente e del sociale. Vera e fiera mecenate, Carla ha promosso innumerevoli iniziative: dal 2010 ha sostenuto  l’Accademia nazionale di Santa Cecilia, ha restaurato il Teatro Caio Melisso a Spoleto e promosso la creazione del presepe realizzato nel dicembre 2015 da Giosetta Fioroni nella Basilica di Santa Maria in Montesanto a Roma, la chiesa degli Artisti dove prosegue la consuetudine, nata negli anni Cinquanta con monsignor Ennio Francia, di coinvolgere gli artisti nella realizzazione di opere sacre. La tenacissima donna ha sempre sottolineato che le sue iniziative fossero puramente opere di mecenatismo e non sponsorizzazioni, ostinatamente fedele quindi al proprio credo che annovera ” il bello come cultura e la cultura come linfa vitale. E come felicità, perché solleva lo spirito, è ossigeno in un mondo che ci travolge quotidianamente.” La morte del marito nel 2013 e la malattia ne hanno indebolito il corpo fino alla morte, ma il sorriso materno di questa donna, e mecenate, ci accompagnerà a lungo.

Ciao Carla.

                                               Articolo scritto e redatto da Ciro Sabatino| Tutti i diritti sono riservati

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